Nevere

  • Ecomuseo Val Sanagra - Nevera Alpetto

    Nevera Alpetto

  • Ecomuseo Val Sanagra - Nevera Logone - ingresso

    Nevera Logone - ingresso

  • Ecomuseo Val Sanagra - Nevera Logone - soffitto a volta

    Nevera Logone - soffitto a volta

  • Ecomuseo Val Sanagra - Nevera Logone - sassi sporgenti dalle pareti fungono da scala a chiocciola

    Nevera Logone - sassi sporgenti dalle pareti fungono da scala a chiocciola

Le nevere, il cui nome deriva da “neve” e letteralmente significa contenitore di neve, erano molto diffuse in tutto il territorio di Grandola ed Uniti. Si tratta di vere e proprie celle frigorifere, molto semplici ma molto efficaci.

Dal punto di vista strutturale esse consistono in una buca a forma di imbuto profonda in media 7 – 8 metri e larga 5 – 6 metri sulla sommità; si restringe poi scendendo verso il fondo, e assume una forma conica.
Il soffitto è a volta e le pareti venivano realizzate in pietra locale; la porta di ingresso è di solito rivolta a nord.
All’interno di alcune nevere dei sassi sporgenti dalle pareti fungono da scala a chiocciola e permettono di raggiungere il fondo; in altre, invece, viene posizionata una scala di legno sempre sui fianchi della struttura.

Il funzionamento era molto semplice: durante l’inverno l’interno della nevera veniva riempito di neve, che si conservava fino alla fine dell’estate; questa permetteva di mantenere una bassa temperatura durante tutti i mesi caldi. Sul fondo venivano messi alcune fascine di legna per drenare l’acqua generata dello scioglimento della neve.

I cibi conservati erano diversi: il principale era il latte, ma non mancavano altri latticini, soprattutto formaggi.