Storia della Valle

  • Ecomuseo Val Sanagra - Foto storica

    Foto storica

La Val Sanagra, conosciuta da tutti con il termine Senagra, è una splendida vallata che si incunea nel cuore delle Alpi Lepontine. Il nome della vallata deriva dalla presenza dell’omonime torrente Sanagra che scorre dalle pendici dei monti sommatali sino alla foce di Menaggio (200 m). Su ampia scala geografica è posizionata tra il Lago di Como ed il Lago di Lugano ed è visibile percorrendo il tratto di strada che collega Menaggio a Grandola ed Uniti (400 m), presso la nota insellatura chiamata Sella di Grandola o Val Menaggio. L’asse vallivo ha un considerevole sviluppo, se consideriamo che percorre un dislivello di 1900 m e un percorso di 15 Km.

Alla testata della valle troviamo a nord i Monti Tabor, Marnotto e Bregagno (2107 m), mentre a sud-est è collocato il territorio di Menaggio. L’impluvio della valle confina ad est con il Monte Grona (1736 m) mentre a ovest con la Val Cavargna, seguendo un displuvio che dall’Alpe Logone (1100 m) sale sino al Monte Pizzone (1742 m).

L’aspetto rilevante della Val Sanagra è l’ambiente ancora selvaggio fatto di mosaici di boschi, praterie e alpeggi. La conservazione del patrimonio naturale, l’assenza di un’urbanizzazione altrimenti sempre crescente e, paradossalmente, la facilità di comunicazione e raggiungibilità fanno di quest’area uno dei territori più interessanti in ambito lariano. A conferma di ciò basti ricordare che i comuni di Grandola ed Uniti, Menaggio e Plesio presentano le ultime abitazioni sino a circa 900 m di altitudine, limite oltre il quale si estendono interi ettari di boschi in pieno sodalizio con un ambiente naturale quasi incontaminato.

La conservazione della valle è frutto di “un’eredità” delle vicende storiche; in effetti i primi insediamenti furono, in un primo tempo, esclusivamente stagionali perché legati all’allevamento ed allo sfruttamento dei boschi e, solo più tardi, divennero permanenti per attività di tipo artigianale, pre industriale o industriale che utilizzavano l’acqua del torrente a scopo energetico. La derivazione delle acque del Sanagra è stata frequente in passato e numerosi sono stati gli utilizzi: le captazioni necessarie per alimentare le macine dei mulini (oggi ancora presenti), i magli dei forni (loc. “Forno” – Cardano) e le turbine per la produzione di corrente (Seterie e Impresa Venini di Menaggio). Nonostante queste attività siano cessate, permangono ancora i resti degli impianti di captazione.